martedì 29 novembre 2011

Sono 100 anni fa






Cento anni fa, in un punto imprecisato del Tavoliere d'Italia, nasceva mio nonno Matteo.
Da bambina credevo fosse Marcello Mastroianni, ed ero così innamorata di lui da chiamare ogni cosa -una bambola anche se femmina, un pupazzo di neve, un albero, un amico immaginario- con il suo nome. Mi guardava attraverso i suoi occhi verdi e i suoi occhiali azzurri e, qualunque cosa facesse, era geniale e divertente. Io lo guardavo ogni volta in una perenne attesa, mai tradita, di una magia imminente.
Oggi, ogni volta che guardo un gatto penso a lui, ogni volta che vado nella sua cantina trovo un regalo che lui mi ha lasciato, e che sembra abbia fatto apposta per me, anticipando i miei desideri. Oggi, ho la memoria dei suoi lunghi sorrisi, fatti con la sensibilità e la dolcezza di chi sa farti sentire che a te, proprio a te, sta riservando i migliori.

domenica 27 novembre 2011

giovedì 10 novembre 2011

A metà






A metà fra Zezi e Zimo; è bello lavorare con te.

giovedì 3 novembre 2011

Lettere







Qualche giorno fa, un biglietto nella posta mi avvertiva di andare a ritirare un pacco. Mentre aspettavo che la signora della posta me lo desse fra le mani, ero la persona più contenta del mondo. Speravo che arrivasse da lui.

Ieri sera, al tavolo della mia cucina, amici che arrivano da lontano e che suonano il campanello, all'improvviso. Il piacere della sorpresa, di due bambini educati, di un'amica da stringere un po' e con cui parlare di tutto.

Da stanotte lui è l'indiscusso e meritato re del Portogallo, e come tutti anche io, a dispetto del suo e nostro essere schivi e timidi, in qualche modo devo annunciare e celebrare la sua vittoria. E' uno degli illustratori più bravi al mondo, ma difficilmente riesco a vederlo (solo) così perchè per me è l'amico con cui cresci, quello che pensa le tue stesse cose e con cui ti basta uno sguardo, quello con il quale ti confronti sempre, e a cui cammini vicino tenendo la mano.

Oggi è ormai decisamente autunno, ma era solo poco tempo fa quando con te, te, te e ovviamente te, naufragavo ogni giorno su quell'isola deserta, per risalire, dopo aver giocato per ore, solo al tramonto o a sera fatta.